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La Chiesa polacca chiede che Giovanni Paolo II sia nominato dottore della Chiesa

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Pubblicato in Giovanni Paolo II · 29 Ottobre 2019
Tags: proclamatopapatopatronomisticoteologopapaomeliakarolwojtyla
Nel 2020 ricorre il centenario della nascita di San Giovanni Paolo II ed anche il 15° anniversario della sua morte, quindi in virtù di queste due importanti ricorrenze il Presidente dell’Episcopato polacco ha chiesto a Papa Francesco che San Giovanni Paolo II sia proclamato sia dottore della Chiesa che patrono d’Europa, motivando il tutto con il fatto che “Il pontificato del Papa polacco era pieno di decisioni rivoluzionarie e di eventi importanti che cambiarono il volto del papato e influenzarono il corso della storia europea e mondiale”.

Ricordiamo che Giovanni Paolo II fu poeta, filosofo, mistico e teologo, inoltre con il suo continuo manifestare la santità della vita, contribuì al ripristino dell’unità in Europa, dopo oltre cinquant’anni di divisione simboleggiata dalla cortina di ferro.

Il Cardinale Stanisław Dziwisz nella richiesta inviata a Papa Francesco, ha motivato che Karol Wojtyla dovrebbe essere riconosciuto sia dottore della Chiesa che patrono d'Europa poichè la sua vita testimonia una sintesi ricca e originale di varie linee di pensiero e questo lo rende un elemento essenziale in un progetto di rinnovamento culturale su scala globale ed ha inoltre precisato che questo non significa tornare al passato, anzi il pensiero di Giovanni Paolo II è creativo, originale e moderno e contemporanemante "nobilmente classico".

Il saper alternare tradizione e modernità ha reso Papa Wojtyła colui che ha portato freschezza nella vita della Chiesa, e quindi nello spazio universale della cultura, della politica e della scienza in generale; ecco perchè riconoscerlo come un vero e proprio maestro e dottore della Chiesa, e quindi custode dei valori europei, che sono fondamento della civiltà contemporanea.

Lo stesso il Cardinale Dziwisz ha precisato che “Papa Wojtyła non è solo un grande dottore della Chiesa contemporaneo, ma anche un grande patrono per l’Europa che ha tanto da dire a credenti ed a non credenti. In tempi difficili e complessi come i nostri, la sua intercessione presso Dio, di cui ci ha assicurati così bene il card. Ratzinger nell’omelia funebre, costituisce un sostegno formidabile per tutti gli uomini di buona volontà, e l’eredità che ci ha lasciato nei suoi scritti rappresenta una mappa compiuta della giusta direzione che dovrebbe prendere il nostro comune cammino verso un mondo migliore e verso l’incontro finale con il Signore che verrà”.



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