Angeli e dintorni - Angeli e dintorni

Vai ai contenuti

Adorazione Eucaristica del 20 febbraio 2020

Angeli e dintorni
Pubblicato in Adorazioni Eucaristiche · 20 Febbraio 2020
Tags: risortopreghiamosalmocatechesibeatitudinimitezzapreghieraamenisraelecasto
IL RISORTO CI PRECEDE, CI CHIAMA

A SEGUIRLO E CI INVIA

Preghiamo con il Salmo 37 (36)
3 Confida nel Signore e fa' il bene: abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza. 4 Cerca la gioia nel Signore: esaudirà i desideri del tuo cuore.

Dalle udienze del  Santo Padre Francesco

Catechesi sulle Beatitudini
4. Beati i miti

Nella catechesi di oggi affrontiamo la terza delle otto beatitudini del Vangelo di Matteo: «Beati i miti perché avranno in eredità la terra» (Mt 5,5). Il termine “mite” qui utilizzato vuol dire letteralmente dolce, mansueto, gentile, privo di violenza. La mitezza si manifesta nei momenti di conflitto, si vede da come si reagisce ad una situazione ostile. Chiunque potrebbe sembrare mite quando tutto è tranquillo, ma come reagisce “sotto pressione”, se viene attaccato, offeso, aggredito? In un passaggio, San Paolo richiama «la dolcezza e la mansuetudine di Cristo» (2 Cor 10,1). E San Pietro a sua volta ricorda l’atteggiamento di Gesù nella Passione: non rispondeva e non minacciava, perché «si affidava a colui che giudica con giustizia» (1 Pt 2,23). E la mitezza di Gesù si vede fortemente nella sua Passione. Nella Scrittura la parola “mite” indica anche colui che non ha proprietà terriere; e dunque ci colpisce il fatto che la terza beatitudine dica proprio che i miti “avranno in eredità la terra”. In realtà, questa beatitudine cita il Salmo 37, che abbiamo ascoltato all’inizio della catechesi. Anche lì si mettono in relazione la mitezza e il possesso della terra. Queste due cose, a pensarci bene, sembrano incompatibili. Infatti il possesso della terra è l’ambito tipico del conflitto: si combatte spesso per un territorio, per ottenere l’egemonia su una certa zona. Nelle guerre il più forte prevale e conquista altre terre.”

PREGHIERA
Santa Maria, Madre di Dio, conservami un cuore di fanciullo, puro e limpido come sorgente.
Ottienimi un cuore semplice, che non si ripieghi sulle proprie tristezze; un cuore generoso nel donarsi, pieno di tenera compassione; un cuore fedele e aperto, che non dimentichi alcun bene,
e non serbi rancore di alcun male
.
Amen
( Leonce de Grandmaison sj)

Preghiamo con il Salmo 37 (36)
5 Affida al Signore la tua via, confida in lui ed egli agirà: 6 farà brillare come luce la tua giustizia, il tuo diritto come il mezzogiorno.

“Ma guardiamo bene il verbo usato per indicare il possesso dei miti: essi non conquistano la terra; non dice “beati i miti perché conquisteranno la terra”. La “ereditano”. Beati i miti perché “erediteranno” la terra. Nelle Scritture il verbo “ereditare” ha un senso ancor più grande. Il Popolo di Dio chiama “eredità” proprio la terra di Israele che è la Terra della Promessa. Quella terra è una promessa e un dono per il popolo di Dio, e diventa segno di qualcosa di molto più grande di un semplice territorio. C’è una “terra” – permettete il gioco di parole – che è il Cielo, cioè la terra verso cui noi camminiamo: i nuovi cieli e la nuova terra verso cui noi andiamo (cfr Is 65,17; 66,22; 2 Pt 3,13; Ap 21,1). Allora il mite è colui che “eredita” il più sublime dei territori. Non è un codardo, un “fiacco” che si trova una morale di ripiego per restare fuori dai problemi. Tutt’altro! È una persona che ha ricevuto un’eredità e non la vuole disperdere. Il mite non è un accomodante ma è il discepolo di Cristo che ha imparato a difendere ben altra terra. Lui difende la sua pace, difende il suo rapporto con Dio, difende i suoi doni, i doni di Dio, custodendo la misericordia, la fraternità, la fiducia, la speranza. Perché le persone miti sono persone misericordiose, fraterne, fiduciose e persone con speranza. ”

PREGHIERA
Santa Maria, Madre di Dio, creami un cuore dolce e umile, che ami senza esigere d’essere riamato, felice di sparire in altri cuori sacrificandosi davanti al tuo Figlio divino. Un cuore grande e indomabile, che nessuna ingratitudine possa chiuderlo e nessuna indifferenza stancare. Un cuore tormentato dalla gloria di Gesù Cristo, con piaga che non rimargini se non in cielo.
Amen
( Leonce de Grandmaison sj)

Preghiamo con il Salmo 37 (36)
7 Sta' in silenzio davanti al Signore e spera in lui; non irritarti per chi ha successo, per l'uomo che trama insidie. 8 Desisti dall'ira e deponi lo sdegno, non irritarti: non ne verrebbe che male

Qui dobbiamo accennare al peccato dell’ira, un moto violento di cui tutti conosciamo l’impulso. Chi non si è arrabbiato qualche volta? Tutti. Dobbiamo rovesciare la beatitudine e farci una domanda: quante cose abbiamo distrutto con l’ira? Quante cose abbiamo perso? Un momento di collera può distruggere tante cose; si perde il controllo e non si valuta ciò che veramente è importante, e si può rovinare il rapporto con un fratello, talvolta senza rimedio. Per l’ira, tanti fratelli non si parlano più, si allontanano l’uno dall’altro. E’ il contrario della mitezza. La mitezza raduna, l’ira separa. La mitezza è conquista di tante cose. La mitezza è capace di vincere il cuore, salvare le amicizie e tanto altro, perché le persone si adirano ma poi si calmano, ci ripensano e tornano sui loro passi, e così si può ricostruire con la mitezza. La “terra” da conquistare con la mitezza è la salvezza di quel fratello di cui parla lo stesso Vangelo di Matteo: «Se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello» (Mt 18,15). Non c’è terra più bella del cuore altrui, non c’è territorio più bello da guadagnare della pace ritrovata con un fratello. E quella è la terra da ereditare con la mitezza! ”

PREGHIERA
Aiutami, Signore mio Dio, ad essere obbediente senza ripugnanza, povero senza rammarico, casto senza presunzione. Aiutami, Signore mio Dio, ad essere paziente senza mormorazione, umile senza finzione, giocondo senza dissipazione. Aiutami, Signore mio Dio, ad essere austero senza tristezza, prudente senza fastidio, pronto senza vanità. Aiutami, Signore mio Dio, ad essere timoroso senza sfiducia, veritiero senza doppiezza, benefico senza arroganza, in modo che senza superbia corregga i miei fratelli, e senza simulazione li edifichi con le parole e con l'esempio.
Amen
(San Tommaso d’Aquino)



Email: angeli@angeli.netsons.org
Torna ai contenuti