Spesso si pensa che ad una suora vengano affidati compiti su misura, compiti capaci di salvaguardare il silenzio e la preghiera, almeno così dovrebbe essere...
Invece, in questi giorni, in un articolo riportato sul mensile dell‘Osservatore Romano, ‘Donne Chiesa Mondo‘, si legge che anche le religiose vivono momenti di fatica.
Da quanto riferiscono lo stress e la sindrome da burnout avrebbero scavalcato il muro, portando in convento alcuni dei mali tipici della nostra società immersa spesso in una vita frenetica e irregolare.
Per "tamponare il problema", la proposta più immediata è stata quella di avviare una seria riflessione sul tema dello stress da burnout, soprattutto per dare qualche spunto alle suore che si sentono coinvolte in prima persona e ai loro superiori che dovrebbero vegliare sulla salute globale dei membri appartenenti alle loro famiglie religiose.
L’Unione Internazionale delle Superiore Generali (UISG) pare che abbia già istituito una apposita commissione con l’intento di affrontare il fenomeno che sta mettendo a dura prova gli istituti a causa del duro lavoro che le religiose sono chiamate a svolgere e della crisi di vocazioni che negli ultimi anni si va accentuando sempre di più.
In un’intervista fatta a suor Fulvia Sieni e ad altre consorelle, che vivono nel centro di Roma presso il Monastero dei Santi Quattro Coronati, tutte avrebbero parlato del “Pil più importante e speciale: quello dell’anima“.